Italia 2025: La situazione
Italia 2025: negli ultimi anni il mercato musicale italiano ha vissuto una trasformazione radicale, passando da un settore fortemente dipendente dai supporti fisici a un ecosistema dominato dallo streaming. I dati diffusi dalla Federazione dell’Industria Musicale Italiana (FIMI) per il primo semestre del 2025 lo confermano: il nostro Paese sta vivendo una fase di crescita costante e strutturata, trainata soprattutto dalle sottoscrizioni a pagamento sui servizi di streaming e dal successo straordinario degli artisti locali.

Con un fatturato che ha raggiunto i 208,1 milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno, l’Italia si conferma il terzo mercato musicale più rilevante d’Europa, dietro soltanto a Germania e Regno Unito. Ma non si tratta soltanto di numeri: questi dati raccontano di un pubblico che sta cambiando le proprie abitudini di consumo e di un’industria discografica che si sta adattando a nuove logiche, più dinamiche e più digitali.

La crescita del mercato musicale italiano
Il primo semestre del 2025 si è chiuso con una crescita del +9,7% rispetto allo stesso periodo del 2024 (e anche 2023), un’accelerazione significativa rispetto al già positivo +8,5% registrato l’anno precedente. Questo andamento dimostra che il mercato non sta semplicemente rimbalzando dopo la crisi pandemica, ma sta vivendo un’evoluzione strutturale.
Il risultato è ancora più rilevante se si considera il contesto europeo: mentre altri Paesi mostrano una crescita più contenuta o addirittura stazionaria, l’Italia continua a spingere forte, anche grazie alla capacità dei suoi artisti di coinvolgere un pubblico giovane e fedele.
Lo streaming come motore principale
Al centro di questa trasformazione c’è naturalmente lo streaming, che ormai rappresenta la spina dorsale del mercato musicale. Nel primo semestre 2025 i ricavi da streaming hanno toccato quota 166,4 milioni di euro, pari a quasi l’80% dell’intero settore, con un incremento del +9,9% rispetto all’anno precedente.
La componente più significativa è quella delle sottoscrizioni premium: 113,3 milioni di euro, in crescita del 12,7%. Un dato che conferma come il pubblico italiano non si limiti più ad ascoltare musica gratuitamente con pubblicità, ma sia disposto a pagare per un’esperienza senza interruzioni e di maggiore qualità.
Questo cambiamento ha un impatto diretto anche sugli artisti e sulle etichette: la quota di ricavi generata dagli abbonamenti a pagamento è infatti più alta e più stabile rispetto a quella legata all’ad-supported, garantendo un flusso economico più prevedibile e sostenibile. Per chi lavora nella musica, significa poter contare su un’entrata più solida su cui pianificare investimenti, tour e strategie di marketing.
Il ritorno del fisico: vinili e CD in risalita
Se lo streaming domina, sarebbe però sbagliato pensare che i supporti fisici siano ormai marginali. Anzi, i dati 2025 raccontano una storia diversa:
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I vinili hanno registrato un incremento del +17%, raggiungendo 21,9 milioni di euro di fatturato.
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Anche i CD hanno segnato un segnale positivo, con un +4,7% e ricavi pari a 11 milioni di euro.
Questi numeri dimostrano come il pubblico italiano, specialmente i fan più appassionati, continui a cercare un rapporto tangibile con la musica. Il vinile, in particolare, si è trasformato da oggetto nostalgico a vero e proprio status symbol, un pezzo da collezione che arricchisce l’esperienza del fan.
Per gli artisti emergenti e indipendenti, investire su un’edizione limitata in vinile o in CD può diventare una mossa strategica: non solo crea una fonte di ricavo aggiuntiva, ma rafforza il legame con il pubblico e aggiunge valore al proprio brand musicale.
Artisti italiani protagonisti assoluti
Il dato forse più sorprendente riguarda le classifiche: nel primo semestre 2025, il 90% degli album e singoli più venduti in Italia porta la firma di artisti locali.
Un nome su tutti: OLLY, che si è imposto sia con l’album Tutta Vita (il più venduto in assoluto) sia con il singolo Balorda Nostalgia (vincitore di sanremo 2025), dominando streaming e vendite fisiche.
Tra i primi 25 album della classifica italiana, l’unico artista internazionale presente è Bad Bunny con Debí tirar más fotos. Questo conferma un trend che sta emergendo in tutta Europa: gli artisti locali stanno conquistando sempre più spazio anche nelle playlist delle piattaforme globali, riuscendo a competere ad armi pari con i colossi internazionali.
Per il pubblico italiano si tratta di una riscoperta del proprio repertorio, mentre per gli artisti e le etichette è una conferma che investire su identità e autenticità paga più che inseguire mode estere.
Implicazioni per artisti ed etichette
Questi dati aprono scenari molto interessanti per chi lavora nella musica:
- Lo streaming premium è la priorità: gli artisti devono strutturare strategie di release e promozione che incentivino l’ascolto sulle piattaforme a pagamento, dove la monetizzazione è più forte.
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Il vinile come leva di marketing: non è solo un formato, ma un prodotto di branding che può rafforzare l’immagine di un artista e fidelizzare i fan.
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Local is the new global: il pubblico italiano vuole ascoltare artisti italiani. Questo significa che c’è spazio per gli emergenti, purché sappiano distinguersi e proporre un’identità chiara.
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La sostenibilità economica cresce: con ricavi più prevedibili da streaming premium, l’industria ha basi più solide per sostenere nuovi talenti e sperimentazioni.